È stata approvata la riforma del CSM

È stata approvata la riforma del CSM


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Giovedì mattina il Senato ha approvato in via definitiva il progetto di riforma del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l’organo di autogoverno della magistratura: la riforma è stata approvata con 173 voti favorevoli, 37 contrari e 16 astenuti, dopo che ad aprile era già stato approvata dalla Camera. La riforma era stata presentata a febbraio dal governo dopo mesi di discussioni, con l’obiettivo di ridurre il peso delle correnti politiche all’interno del CSM, soprattutto in seguito ai grossi scandali che hanno coinvolto la magistratura italiana negli ultimi anni.

La riforma del CSM è uno dei punti principali di una più ampia riforma della giustizia, che ha portato già a modifiche del processo penale e civile, e che l’Italia si è impegnata ad approvare per poter ottenere dall’Unione Europea i finanziamenti del Recovery Fund. I punti più importanti della riforma sono due: il modo in cui avviene l’elezione dei membri del CSM scelti dalla magistratura, e cosa succede ai magistrati che vogliono candidarsi in politica.

La riforma è stata approvata anche con il voto favorevole della Lega, che negli ultimi giorni aveva proposto una serie di emendamenti che però alla fine sono stati tutti respinti. Se fossero passati, avrebbero costretto il parlamento a sottoporre il disegno di legge a una terza lettura alla Camera, rimandando quindi l’approvazione definitiva della legge e impedendo che l’elezione dei nuovi membri del CSM, prevista per settembre, potesse svolgersi con le nuove regole previste dalla riforma.

Nei giorni scorsi il Partito Democratico aveva duramente criticato la presentazione degli emendamenti, sostenendo che la Lega volesse fare ostruzionismo contro una legge proposta dalla maggioranza di governo di cui fa parte. Per questo motivo il segretario del Partito Democratico Enrico Letta aveva anche ipotizzato che sulla legge potesse essere posta la fiducia, per evitare una terza lettura, cosa che alla fine non è successa.

In particolare la Lega aveva presentato un emendamento che proponeva di introdurre nella riforma una modifica che non aveva nulla a che fare con il CSM: aveva infatti riproposto integralmente quanto era previsto dal secondo quesito del referendum sulla giustizia, bocciato nel voto di domenica scorsa dopo il mancato raggiungimento del quorum. Il quesito prevedeva di ridurre i casi per cui è consentito il ricorso alle misure cautelari in carcere per i reati meno gravi. Mercoledì, nel corso dell’esame degli emendamenti in Senato, la Lega aveva chiesto e ottenuto di votare con scrutinio segreto, ma alla fine l’emendamento era stato bocciato con 136 voti contrari, 70 favorevoli e 9 astenuti.

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Come cambierà l’elezione dei membri del CSM
Innanzitutto il numero dei membri elettivi del CSM verrà aumentato da 24 a 30, come erano prima di una riforma approvata nel 2002. Venti saranno scelti dagli stessi magistrati – due saranno giudici di Cassazione, 13 giudici di merito e 5 pubblici ministeri – e dieci dal parlamento, selezionati tra professori universitari in materie giuridiche e avvocati (i cosiddetti membri “laici”). A questi si aggiungono le tre persone che vi fanno parte per diritto: il presidente della Repubblica, che lo presiede, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione.

Dei 20 componenti scelti dai magistrati, 14 saranno eletti con un sistema maggioritario che prevederà dei collegi nei quali saranno eletti i due magistrati più votati, su un minimo di sei candidati (se non ci sono, i candidati verranno sorteggiati). Un quindicesimo seggio sarà assegnato a un pubblico ministero sulla base di un calcolo ponderato che individuerà uno tra i terzi più votati. Gli ultimi cinque seggi saranno assegnati invece con un sistema proporzionale nazionale. Non ci saranno liste nazionali, ma ci si potrà candidare individualmente.

Questo sistema misto servirà a evitare che le elezioni possano essere di fatto una formalità, come succede attualmente: al momento, infatti, i magistrati che si candidano sono pochi e praticamente certi di essere eletti. Un altro punto della riforma prevede che le nomine d’ora in poi vengano gestite in ordine cronologico, occupandosi cioè prima di quelle vacanti da più tempo. Serve a evitare che il CSM le decida sulla base di accordi a “pacchetto”, spartendo gli incarichi liberi tra le correnti.

Cosa succederà ai magistrati che si candidano in politica
Per quanto riguarda il destino dei magistrati che entrano in politica, la riforma prevede che questi non potranno candidarsi nelle regioni in cui hanno esercitato la funzione nei tre anni precedenti. Inoltre la riforma vieta ai magistrati di esercitare contemporaneamente funzioni giurisdizionali e avere incarichi elettivi e di governo o amministrativi. Nel momento della candidatura, i magistrati andranno in aspettativa senza percepire il compenso.

Per quanto riguarda l’eventuale ritorno in magistratura dopo la candidatura in politica, saranno previste varie casistiche a seconda dell’incarico che aveva in precedenza il magistrato e a seconda che sia stato eletto o meno. Chi viene eletto non potrà più svolgere alcuna funzione giurisdizionale, quella cioè che riguarda l’applicazione delle norme e delle leggi, ma sarà messo fuori ruolo in incarichi amministrativi. Chi non viene eletto o viene chiamato a ricoprire incarichi apicali nei ministeri dovrà aspettare invece tre anni prima di poter di nuovo esercitare funzioni giurisdizionali.

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, 2022-06-16 09:27:41 ,
Il post dal titolo: È stata approvata la riforma del CSM scitto da il 2022-06-16 09:27:41 , è apparso sul quotidiano online Politica – Il Post dove ogni giorno puoi trovare le ultime notizie dell’area geografica relativa a Politica

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